(2188-2189-2190) |
pensieri |
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continuativo di tanti verbi cosí come ho detto formati, ho distinto cosí evidentemente il significato continuativo, l’azione continuata ec. dalla frequente, che già non si può mettere in dubbio l’esistenza di verbi, e non pochi, tenuti fin qui per frequentativi ec., i quali sono di senso manifestamente continuativo, secondo le distinzioni da me notate, e diversissimo dal frequente ec. Resterebbe che, riconoscendo questo, si negasse ai verbi, cosí come io dico formati, la proprietà essenziale di tali significazioni; queste si volessero supporre accidentali e tenere per non avvertite modificazioni o parti ec. del senso frequentativo; negare che gli antichi latini avessero una forma di verbi apposta per li significati continuativi e per continuare ec. il significato de’ loro verbi originarii (2189) e modificarlo in questo dal preciso modo ch’io dico; si presumesse che queste minute e fuggevoli differenze non fossero cadute in mente degli antichi latini, o non fossero state considerate nel loro linguaggio; e insomma si persistesse a credere che il valore de’ verbi in are ec. e in itare fosse tutt’uno, distinguendosi questi verbi per la sola forma e non pel significato proprio, stimando casuali e non precisamente volute da’ latini e da’ formatori di quei verbi le differenze di significazione che tra essi s’incontrano; o al piú si concedesse che la forza diminutiva non appartenga se non ai verbi in itare, volendo però che la frequentativa sia loro comune coi verbi in are ec., e che questi sieno parimente frequentativi, includendosi nel valore frequentativo tutte le altre significazioni loro ch’io ho fatte osservare. Or questo appunto è quello che non potremo concludere, se osserveremo (2190) che laddove quelli ch’io chiamo continuativi sono usati talvolta nel senso frequentativo (e la ragione vedila p. 2023), i verbi per altro in itare, che son veri frequentativi o diminutivi, non si troveranno mai o difficilissimamente usati ne’ vari sensi continuativi da me specificati (vedi p. 1116