<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2144&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141208151248</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2144&oldid=-20141208151248
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2144 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 74modifica] però de’ due sia anteriore all’altro, se il greco o il latino, questo non si può decidere, giacché tutti due sono assolutamente una sola cosa, tanto essendo la s in latino (antico) quanto lo spirito denso in greco (che anticamente usava esso stesso il σῖγμα in luogo d’esso spirito): onde i greci antichissimi avranno anch’essi scritto o detto σιστῶ. E quando si voglia derivare sisto da ιστῶ, ciò non prova che il suo tema στῶ non venga dal latino, giacché i greci (come tutti fanno, ma essi soprattutti, per le loro circostanze, colonie, diffusione, varietà di dialetti ec.) variarono in mille guise i temi ricevuti antichissimamente da qualunque parte si fosse; li variarono in se stessi e ne’ loro derivati e composti (come anche dissero στάω [p. 75modifica]con una lettera piú di sto, sebbene per contrazione l’usarono piú comunemente nella forma analoga a στῶ); e poterono facilissimamente restituire all’Italia, sotto forma alquanto diversa, un tema preso da essa, cioè il verbo sisto fatto da ιστάω derivato