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74 pensieri (2142-2143-2144)

tino stare è verisimilissimamente un puro continuativo di esse, formato né piú né meno colle solite regole di tali formazioni. Ora, l’antichissima Grecia ebbe indubitatamente il verbo στάν o στῶ ch’é il tema del verbo ἵστημι, e moltissime voci del quale si conservano in quest’ultimo. Né pare ch’esso abbia che fare col verbo sostantivo εἰμἰ né questo  (2143) ha altri participii che ῶν ed ἐσόμενος, né quando pure ne avesse o ne avesse avuto alcuno analogo al suono del verbo στάω, questo sarebbe derivato da esso participio, non avendo i greci tal uso di formazioni, come lo hanno i latini. Quindi si può congetturare che il greco στάω sia derivato dallo sto latino (il quale viene, come io dico, da uno stus o situs di esse), e non questo da quello, come dicono tutti.


     Il latino sisto è parimente lo stesso che ἱστάω, o ιστῶ (che pur si dice invece d’ἴστημι ed è il medesimo verbo) ed ha tutti due i significati di questo verbo, cioè il neutro corrispondente a stare e l’attivo corrispondente a statuere o a retinere ec. I quali due significati pare che fossero egualmente propri di στάω, che noi deriviamo qui dal latino sto. Del resto sisto ha la s in luogo dello spirito denso di ιστῶ; qual  (2144) però de’ due sia anteriore all’altro, se il greco o il latino, questo non si può decidere, giacché tutti due sono assolutamente una sola cosa, tanto essendo la s in latino (antico) quanto lo spirito denso in greco (che anticamente usava esso stesso il σῖγμα in luogo d’esso spirito): onde i greci antichissimi avranno anch’essi scritto o detto σιστῶ. E quando si voglia derivare sisto da ιστῶ, ciò non prova che il suo tema στῶ non venga dal latino, giacché i greci (come tutti fanno, ma essi soprattutti, per le loro circostanze, colonie, diffusione, varietà di dialetti ec.) variarono in mille guise i temi ricevuti antichissimamente da qualunque parte si fosse; li variarono in se stessi e ne’ loro derivati e composti (come anche dissero στάω