[p. 57 modifica] memoria, stenteremo assai anche un sol momento dopo (laddove un discorso assai piú lungo e complicato, al quale abbiamo ben atteso o volontariamente, o per forte impressione ch’esso ci abbia fatto, lo ricorderemo agevolmente molto tempo dopo). Se poi saremo riusciti a richiamarlo in tutto o in parte, ce ne ricorderemo di quindi innanzi agevolmente, per l’attenzione che avremo posta nel richiamarlo. Insomma, non si dà memoria senz’attenzione (volontaria o involontaria che sia, come altrove ho distinto): perciocché la memoria è l’assuefazione dell’intelletto, e l’intelletto non si assuefà senz’attendere, perché senz’attendere (piú o meno) non opera. L’attenzione raddoppia o triplica la sensazione, in modo che quella sensazione alla quale non abbiamo atteso l’abbiamo provata una sola volta, e perciò non vi ci siamo potuti assuefare, cioè porla nella memoria; ma quella a cui abbiamo atteso l’abbiamo provata e ripetuta rapidamente e senz’avvedercene nel nostro pensiero come due, tre, quattro volte secondo che l’attenzione è stata maggiore