<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2042&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127162328</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2042&oldid=-20141127162328
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2042 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 22modifica] La forza dello stile poetico, che in gran parte è tutt’uno colla rapidità, non è piacevole per altro che per questi effetti e non consiste in altro. L’eccitamento d’idee simultanee può derivare e da ciascuna parola isolata, o propria o metaforica, e dalla loro collocazione e dal giro della [p. 23modifica]frase e dalla soppressione stessa di altre parole o frasi ec. Perché è debole lo stile di Ovidio, e però non molto piacevole, quantunque egli sia un fedelissimo pittore degli oggetti ed un ostinatissimo e acutissimo cacciatore d’immagini? Perché queste immagini risultano in lui da una copia di parole e di versi, che non destano l’immagine senza lungo circuito, e cosí poco o nulla v’ha di simultaneo, giacché anzi lo spirito è condotto a veder gli oggetti a poco a poco per le loro parti. Perché lo stile di Dante è il piú forte che mai si possa concepire e per questa parte il piú bello e dilettevole possibile? Perché ogni