Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2016
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ad una estremità, saltare alla contraria, poi risaltare alla prima, e non sapersi mai piú fermare nel mezzo, dove la natura sola nel primitivo loro andamento le aveva condotte, e sola potrebbe ricondurle. Un simile pericolo corse la lingua italiana nel cinquecento, quando alcuni volevano restringerla, non al trecento, come oggi i pedanti, ma alla sola lingua e stile di Dante, Petrarca e Boccaccio, per la eminenza di questi scrittori, anzi la prosa alla sola lingua e stile del Boccaccio, la lirica a quello del solo Petrarca ec.; contro i quali combatte il Caro nell’Apologia.
Del resto, la lingua latina era infatti liberissima e simile alla greca in questo e nel rimanente, prima del secolo di Cicerone e della forma che in esso ricevette e ne’ suoi primi (ed anche ottimi) scrittori, che potremmo assomigliare ai trecentisti (30 ottobre 1821).