<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2006&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141006153648</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2006&oldid=-20141006153648
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2006 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 4modifica] né facili ad inventarsi e non sembra che sia stato proprio delle lingue primitive né l’uno di quei mezzi, co’ quali esse da principio si accrebbero. Infatti lo spirito umano trova per ultimi i mezzi piú semplici, qual è questo di comporre con pochi elementi un vasto vocabolario diversissimamente combinandoli. Siccome appunto accadde nella scrittura, dove da principio parvero necessari tanti diversi segni quante sono le cose e le idee. Cosí dunque nelle radici ec. Bensí naturalissimo e primitivo, e l’uno de’ primi mezzi d’incremento che adoperò il linguaggio umano è l’uso della metafora o applicazione di una stessa parola a [p. 5modifica]molte significazioni, cioè di cose in qualche modo somiglianti o fra cui l’uomo trovasse qualche analogia piú o meno vicina o lontana. E di metafore infatti abbonda il vocabolario ebraico e gli altri orientali, cioè quasi ciascuna parola ha una selva di significati, e sovente