Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1969

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[p. 468 modifica] latini, la cui pronunzia non risponde oggi al valor di quei segni nell’alfabeto latino, si pronunziavano anticamente com’erano scritti, cioè ae si pronunziava, come insegna la santacroce, a ed e, non e e non come au o ai si pronunziano in francese o ed e, in luogo che il loro alfabeto vorrebbe a ed u, a ed i (22 ottobre 1821).


*    La lingua ebraica non è solamente povera riguardo a noi per la scarsezza di scritture che abbiamo in quella lingua, ma è povera quanto a se stessa, povera nelle stesse scritture che abbiamo e in proporzione della stessa loro scarsezza, nella qual proporzione potrebb’essere assai piú ricca, anzi potrebb’essere in quella proporzione tanto ricca quanto le piú ricche del mondo. Male pertanto si riferisce la sua povertà alla detta cagione, facendone una povertà relativa a noi soli. Le vere cagioni le dico altrove. Bensí è vero che l’essere stata poco scritta ne’ suoi buoni tempi n’é la principale, ma non relativa, cagione (23 ottobre 1821).