<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1958&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127150648</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1958&oldid=-20141127150648
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1958 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 462modifica] e che risponde al suo sistema, al suo disegno, al suo primo piano, all’ordine da lei voluto. Se dunque l’uomo, facendo evidentissimamente violenza alla natura e vincendo infiniti ostacoli naturali, è giunto a conformare e se stesso e [p. 463modifica]quella parte di natura che da lui dipendeva naturalmente e quella molto maggiore che n’é venuta a dipendere in sola virtú della di lui alterazione, è giunto, dico, a conformar tutto ciò in modo diversissimo da quel piano, da quell’ordine, che col savio ragionamento si scopre destinato, inteso, avuto in mira, voluto, disposto dalla natura questa non può essere una prova né contro la natura né che la natura non abbia voluto effettivamente quel tal ordine primitivo, né che la perfezion delle cose, quanto all’uomo, non sia perduta, né che l’andamento della nostra specie e di quanto ne dipende o le appartiene sia naturale, né che la natura non avesse effettivamente