<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1954&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127150616</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1954&oldid=-20141127150616
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1954 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 460modifica] per anche formata e regolata. La libertà, il piú bello ed util pregio di una lingua, deriva nella lingua tedesca, e proporzionatamente ancora nell’inglese, dall’imperfezione: laddove nell’italiana, unica fra le moderne, deriva o sta [p. 461modifica]colla perfezione: unica lingua moderna, ch’essendo perfetta ed avendo un deciso e completissimo carattere proprio, e questo per ogni parte formato, sia liberissimo. La libertà del tedesco è nociva o di poco buon frutto, come quella che si gode nell’anarchia o quella che tutti i popoli godono prima che la società abbia presa fra loro una forma pienamente regolare e stabile. La libertà dell’italiano è come quella, assai piú rara e difficile, che si gode e deriva dalle savie, complete, mature istituzioni. Essa è stabilita nella sua indole, la costituisce e n’é vicendevolmente contenuta: laddove la libertà del tedesco non fa che escludere da quella lingua un’indole propria o renderla incerta e indeterminata; e intanto sussiste