Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1932

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[p. 448 modifica] momentanei ec., che per natura produce l’interno sul viso (come appunto la natura ha dato agli affetti interiori una piena e variata influenza e corrispondenza coi moti del corpo, colle voci naturali, co’ tuoni della voce e sue modulazioni, colle azioni, con tutto l’abito esterno, colla lentezza o prestezza, vivezza o freddezza degli atti ec., l’imitazione delle quali qualità fa la espressione della musica, dell’armonia imitativa de’ versi o delle parole ec. ec), effetti che la natura ha per altro disposti a suo pieno arbitrio e senza considerazione del bello. Chi non osserva, o chi meno osserva, per lui la fisonomia non significa molto o nulla, ed egli non sente molto quel bello umano che deriva dalla significazione della fisonomia come neppure quel bello delle arti o poesia ec. (16 ottobre 1821).


*    Un cieco (uomo o animale) è quasi senza espressione (cioè senza nessuna significazione viva) di fisonomia, né costante, né momentanea (16 ottobre 1821). [p. 449 modifica]


*    La lode di se stesso, la quale ho detto non esser altro che naturalissima all’uomo e in tanto solo condannata nella società, è divenuta oggetto di una certa ripugnanza all’individuo (che par naturale e non è) in quanto l’uomo odia l’altro uomo; è sempre tanto piú o meno in uso ec. quanto la società è piú o meno stretta e la civiltà piú