[p. 435 modifica] che non esiste, di una perfezione indipendente da qualunque genere di cose ed anteriore ad essi, quando in essi soli è rinchiusa ogni perfezione, da essi deriva, e in essi e nel loro modo di essere ha l’unica ragione dell’esser suo e dell’esser perfezione. Certo che nulla è perfetto in un modo che non è, in un modo in cui le cose non sono; e la natura delle cose che sono non può corrispondere a quello ch’è fuor di loro e non è riposto in nessun luogo. Noi sognando andiamo a cercare la perfezione di ciò che vediamo, fuori dell’esistenza, mentr’ella esiste qui con noi e coesiste a ciascun genere di cose che conosciamo, e non sarebbe perfezione in verun altro caso possibile. Non è maraviglia dunque se tutto ci pare imperfetto, quando per perfetto intendiamo l’esistere in un modo in cui le cose non son fatte, laddove la perfezione non consiste e non ha altra ragione di esser tale, che nel modo in cui le cose son fatte, ciascuna nel suo genere.