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[p. 289 modifica] che questa vista, quantunque appartenga intieramente alle facoltà dell’anima, e in nessun modo ai sensi, tuttavia non dipende affatto dalla volontà, e, se pure appartiene alla memoria, le appartiene, possiamo dire, esternamente, perché tu in quel punto neanche ti ricordavi delle cose vedute, ed è piuttosto quella vista che te le richiama alla memoria, di quello che la stessa memoria te le richiami al pensiero. Effettivamente molte volte, neanche pensandoci apposta, ci ricorderemmo di alcune cose, che all’improvviso ci vengono in immagine viva e vera dinanzi agli occhi. E notate che ciò accade senza nessun motivo e nessuna occasione presente che tocchi nella memoria quel tasto, perché del rimanente molte volte accade che una leggerissima circostanza, quasi movendo una molla della nostra memoria, ci richiami idee e ricordanze anche lontanissime, senza nessuno intervento della volontà e senza che i nostri pensieri d’allora ci abbiano alcuna parte.


[p. 290 modifica]*   Piú volte m’é accaduto di addormentarmi con alcuni versi o parole in bocca, ch’io avrò ripetute spesso dentro la giornata o dentro qualche ora prima del sonno, o vero coll’aria di qualche cantilena in mente; dormire pensando o sognando tutt’altro e risvegliarmi ripetendo fra me gli stessi versi o parole, o colla stess’aria nella fantasia. Pare che l’anima nell’addormentarsi deponga i suoi pensieri e immagini d’allora, come deponiamo i vestimenti, in un luogo alla mano e vicinissimo, affine di ripigliarli, subito svegliata. E questo pure senza operazione della volontà. Parimente, s’io dentro la giornata aveva letto per un certo tempo del greco o latino o francese o italiano elegante ec., quando la mia memoria era piú pronta, (perché ora