Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1808

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    Da queste ragioni deriva in parte un effetto che si osserva in tutti i primitivi scrittori di qualsivoglia lingua. Essi non sono mai eleganti, bensí ordinariamente familiari. La familiarità essendo anch’essa bellissima, si confonde molte volte coll’eleganza e può considerarsi come una delle sue specie (massime quando la stessa familiarità cagiona il pellegrino nella scrittura, per non esser solita a venirvi applicata). Ma io qui non intendo parlare di quella eleganza di cui il Caro in verso e in prosa può essere un modello, bensí di quella di cui saranno eterni modelli a tutte le nazioni e le lingue Virgilio e Cicerone.

Or in luogo di questa che non è mai propria di nessuna lingua ne’ suoi principii e ne’ cominciamenti della sua letteratura, si trova ne’ primitivi scrittori di ciascuna lingua molta familiarità. Noi non abbiamo i primitivi scrittori greci. I latini Ennio, (ne’ suoi frammenti), [p. 380 modifica]Lucrezio ec., possono dimostrare questa verità, massime confrontandoli co’ seguenti.