[p. 300 modifica] altrui di provare un piacere o il portarsi con una disinvoltura che mostri di non curarsene ec. Similmente dico di un vantaggio. E vedi un mio pensiero sul far carezze alla moglie in presenza altrui e il costume degl’inglesi che ho notato in questo proposito. Cosa spiacevolissima anche tra noi, e che m’é avvenuto di sentir condannare come insopportabile in due sposi che si facevano grandi carezze in presenza d’altri. Tanto è vero che l’uomo odia naturalmente l’uomo. Eccetto se quel gusto che ho detto è stato procacciato a quella persona da noi stessi volontariamente, nel qual caso egli ridonda in certo modo su di noi e serve alla nostra ambizione ec., insomma ne partecipiamo. Questo effetto si prova massimamente cogli eguali e co’ superiori (meno cogli inferiori, co’ fanciulli ec.); ma cogli eguali soprattutto e cogli amici e stretti conoscenti piú che mai, perocché con questi si esercita principalmente l’invidia e si sente al vivo l’inferiorità nostra ec. in qualsivoglia genere. I superiori sono il soggetto di un odio piú generale, che si stende su tutta la loro persona,