Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1648

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*    Pare assurdo, ma è vero, che l’uomo forse il piú soggetto a cadere nell’indifferenza e nell’insensibilità (e quindi nella malvagità che deriva dalla freddezza del carattere), si è l’uomo sensibile, pieno di entusiasmo e di attività interiore, e ciò in proporzione appunto della sua sensibilità ec.1. Massime s’egli è sventurato; ed in questi tempi dove la vita esteriore non corrisponde, non porge alimento né soggetto veruno all’interiore, dove la virtú e l’eroismo sono spenti, e [p. 287 modifica]dove l’uomo di sentimento e d’immaginazione e di entusiasmo è subito disingannato. La vita esteriore degli antichi era tanta che avvolgendo i grandi spiriti nel suo vortice arrivava piuttosto a sommergerli che a lasciarsi esaurire. Oggi un uomo quale ho detto, appunto per la sua straordinaria sensibilità, esaurisce la vita in un momento. Fatto ciò, egli resta vuoto, disingannato profondamente e stabilmente, perché ha tutto profondamente e vivamente provato: non si è fermato alla superficie, non si va affondando a poco a poco; è andato subito al fondo, ha tutto abbracciato e tutto rigettato come effettivamente indegno e frivolo; non gli resta altro a vedere,

Note

  1. Quasi si verifica in questo senso e modo ciò che quel vecchio disse a Pico, della stupidità dei vecchi stati spiritosi straordinariamente da fanciulli.