<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1617&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127121131</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1617&oldid=-20141127121131
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1617 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 267modifica] indipendenti da questa tal natura qual ella è e dal modo in cui le cose sono, e che per conseguenza le dette idee e le nozioni della ragione non potessero esser diverse in qualsivoglia altra natura di cose, purché l’intelletto fosse stato ugualmente in grado di concepirle. Fuori di questo, e tolto questo, non [p. 268modifica]resta alcun’altra ragione per credere assolutamente buona, cattiva, insomma vera, qualsivoglia cosa. Ma, veduto che le nostre idee non dipendono da altro che dal modo in cui le cose realmente sono, che non hanno alcuna ragione indipendente né fuori di esso e quindi potevano esser tutt’altre e contrarie, ch’elle derivano in tutto e per tutto dalle nostre sensazioni, dalle assuefazioni ec., che i nostri giudizi non hanno quindi verun fondamento universale ed eterno e immutabile ec. per essenza; è forza che, riconoscendo tutto per relativo e relativamente vero, rinunziamo a quell’immenso numero di opinioni che si fondano sulla falsa, benché naturale, idea dell’assoluto, la quale, come ho detto, non ha piú ragione