Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1462

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[p. 174 modifica] non troviamo nell’ordine di questo mondo alcuna ragione perché una cosa che giova a me, anche grandemente, e nuoce ad altri, anche leggermente, non si possa fare e sia colpa; perché un atto segreto che non giova né a me né ad altri e non nuoce a veruno, e non ha spettatori, possa essere virtuoso o vizioso; perché, per esempio, una bugia che non nuoce ad alcuno, e neppur dà mal esempio perché non è conosciuta, una bugia che giovi sommamente ad altri o a me stesso, senza nuocere ad alcuno, sia male e colpa. Le ragioni di tutto ciò noi siamo costretti a riporle in un Essere dove personifichiamo il bene, la virtú, la verità, la giustizia ec., facendolo assolutamente, e per assoluta necessità, buono; che se cosí non facessimo, neppure in lui avremmo trovato il confine delle cose e la ragione per cui questo o quello sia assolutamente buono o cattivo. Noi consideriamo dunque detto Essere come un tipo, a norma del quale convenga giudicare della bontà o bellezza ec., [p. 175 modifica]della bruttezza o malvagità delle cose (ed ecco le ιδέαι di Platone). Quello che