Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1435

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[p. 158 modifica] stessi oggetti ec. non provavamo, cosí anche ci spoglia di molti altri che provavamo, e generalmente, o almeno bene spesso e sotto molti aspetti, ci rende piú difficili al piacere (1° agosto 1821).


*    Il piacere che si prova della purità della lingua in uno scrittore è un piacere fattizio, che non nasce se non dopo le regole e quando è piú difficile il conservare detta purità ed essa meno spontanea e naturale. I trecentisti ne se doutoient point di questo piacere ne’ loro scrittori, che sono il nostro modello a quello riguardo. E quegli scrittori non pensavano [p. 159 modifica]né di aver questo pregio né che questo fosse un pregio ec., come si può vedere dalle molte parole provenzali, lombarde, genovesi, arabe, greche storpiate, latine ec., che adoperavano in mezzo alle piú pure italiane. Gl’inglesi la cui lingua non è stata mai soggettata a piú che tanta regola, ed ha mancato e manca di un vocabolario autorizzato, forse non sanno che cosa sia purità di lingua inglese. Questo piacere deriva dal confronto, e finché non vi sono