<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1425&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20131216190038</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1425&oldid=-20131216190038
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1425 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 152modifica] proprio né possibile se non a quella vera semplicità, o a quelle qualità d’ogni genere (sia in letteratura o altrove) che sono realmente conformi alla natura immutabile e universale; almeno alla natura qual ella è in quelle tali nazioni. Da questo dunque e non da altro può derivare [p. 153modifica]ciò che dice Voltaire: pourquoi des scènes entières du Pastor Fido sont-elles sçues par coeur aujourd’hui à Stocolm et à Pétersbourg? et pourquoi aucune piece de Shakespeare n’a-t-elle pû passer la mer? C’est que le bon est recherché de toutes les nations. Un falso pregio, cioè non naturale, in fatto di bellezza, non può dunque né lungamente né comunemente essere stimato; la e mia teoria che distrugge il bello assoluto lascia salda questa massima, e quella che il giudizio conforme delle nazioni e de’ secoli circa il bello d’ogni genere, non erra mai, e lascia interi e inviolati i diritti che i grandi scrittori, poeti, artisti, hanno alla immortalità ed alla universalità della fama (31 luglio 1821).