Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1419

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[p. 149 modifica] cioè perch’elle non sieno naïvetés per noi, ma, dirò cosí, assolutamente, perch’essendo naïvetés anche per noi, e vere naïvetés, risultano e contrastano sopramodo colla maniera e lo stile ec. di quella nazione e producono il senso della sconvenienza, almeno in noi che in questo punto e nel giudizio della naturalezza (che è tutto ciò che si chiama finezza di gusto e che si venera e si consulta negli antichi maestri ec.) siamo piú delicati. Ed ecco come la stessa assoluta semplicità o naturalezza che si considera per assolutamente bella, possa molte volte esser brutta, perché sconveniente, secondo le circostanze, le assuefazioni, le opinioni ec. Il che si avvera in milioni di casi, come ho dimostrato. Insomma tante sono le naturalezze quante le assuefazioni, e quindi lo stesso buon gusto si divide in tanti gusti quante sono le assuefazioni ec. de’ tempi e luoghi ec., e quanto ai particolari non c’é regola generale intorno al bello di letteratura, arti ec.


     Prima di lasciare il discorso della semplicità, voglio notare che siccome il piacer che si riceve dal bello, dal grazioso ec. è bene spesso