Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1405

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[p. 141 modifica] questa parrà loro anche deforme in quelle tali parti ec. Dunque essi provano il senso del bello, come noi nelle cose contrarie; dunque chi ha ragione de’ due? perché dunque si chiamano barbari simili gusti?

Non perché ripugnino assolutamente al bello, ch’essi vi sentono, come noi vi sentiamo il brutto; ma perché ripugnano al naturale. Il bello è convenienza, il brutto sconvenienza. Ora è conveniente che le cose sieno quali son fatte ed abbiano le qualità che loro son proprie: e se la tua natura è questa, tu devi esser cosí e non altrimenti. Quello dunque che ripugna alla natura è sconveniente. Convenienza e sconvenienza, come ognun vede, relativa al modo di essere di ciascuna cosa.

Ma il bello non risulta solo dalla convenienza stabilita dalla natura, anzi può non risultarne (ed ecco i gusti detti cattivi). Risulta perpetuamente e necessariamente ed unicamente dall’opinione dell’uomo, prodotta dall’assuefazione, dall’inclinazione ec. Risulta, dico,