Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1308
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | 1307 | 1309 | ► |
quali debbano essere e della convenienza delle loro forme e proporzione ec. e di tutti i loro accidenti. Cosí le unghie della mano. Le quali ben di rado si possono osservare negli altri, bensí sovente in se stesso. Or che ne segue? Ne segue che tutti noi ci formiamo l’idea della bellezza di questa parte del nostro corpo dalla forma ch’ella ha in ciascheduno di noi; e perché quest’idea è formata sopra un solo individuo della specie e l’assuefazione è del tutto individuale nel suo soggetto, perciò se talvolta ci accade di osservare o di porre qualche passeggera attenzione a quella medesima parte in altrui, rare volte sarà ch’ella non ci paia di forma strana e non ci produca un certo senso di deformità o informità ec., di bruttezza e anche di ribrezzo, perché contrasta coll’assuefazione che noi abbiamo contratta su di noi. E se accadrà che noi osserviamo quella parte nella persona piú ben fatta del mondo, ma che in questa differisca notabilmente da noi, quella parte in detta persona ci parrà notabilmente difettosa, quando anche ad altri o generalmente paia l’opposto per differente circostanza. Ed insomma il giudizio che noi formiamo della bellezza o bruttezza di quella parte in altrui è sempre in proporzione della maggiore o minore conformità ch’ella ha non col generale che non conosciamo ma colla nostra particolare.
Aggiungete che le altre idee della bellezza umana, siccome sono formate sulla cognizione ed assuefazione ed osservazione da noi fatta sopra