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78 | pensieri | (1308-1309) |
che ne segue? Ne segue che tutti noi ci formiamo l’idea della bellezza di questa parte del nostro corpo dalla forma ch’ella ha in ciascheduno di noi; e perché quest’idea è formata sopra un solo individuo della specie e l’assuefazione è del tutto individuale nel suo soggetto, perciò se talvolta ci accade di osservare o di porre qualche passeggera attenzione a quella medesima parte in altrui, rare volte sarà ch’ella non ci paia di forma strana e non ci produca un certo senso di deformità o informità ec., di bruttezza e anche di ribrezzo, perché contrasta coll’assuefazione che noi abbiamo contratta su di noi. E se accadrà che noi osserviamo quella parte nella persona piú ben fatta del mondo, ma che in questa differisca notabilmente da noi, quella parte in detta persona ci parrà notabilmente difettosa, quando anche ad altri o generalmente paia l’opposto per differente circostanza. Ed insomma il giudizio che noi formiamo della bellezza o bruttezza di quella parte in altrui è sempre in proporzione della maggiore o minore conformità ch’ella ha non col generale che non conosciamo ma colla nostra particolare.
Aggiungete che le altre idee della bellezza umana, siccome sono formate sulla cognizione ed assuefazione ed osservazione da noi fatta sopra (1309) molti individui, cosí non sono mai uniche, e ci parrà bello questi e bello quegli, benché molto diversi (questa moltiplicità medesima delle idee della bellezza umana va in proporzione del vedere e dell’osservare che si è fatto ec. ec. ec.). Ma nel nostro caso, perché l’idea è formata sopra un soggetto solo ed un’assuefazione ed osservazione individuale, perciò è unica, e ci par brutto o men bello proporzionatamente non solo ciò che non è simile, ma ciò pure che non è uniforme al detto soggetto. Vedi p. 1311, capoverso 2.
Bisogna modificare queste osservazioni secondo i casi e circostanze che ciascuno può facilmente pen-