Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/129
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osservassero le cose cogli occhi altrui. Ed è facile a scoprire che una grandissima parte delle verità dette ai nostri tempi da quegli scrittori che s’hanno per originali, ancorché queste verità passino per nuove, non hanno altro di nuovo che l’aspetto, e sono già state esposte in altro modo (18 giugno 1820). E vedete come tutti gli scrittori non europei, come gli orientali, Confucio ec., quantunque dicano appresso a poco le stesse cose che i nostri, a ogni modo paiono originali, perché, non avendo letto i nostri filosofi europei, non hanno potuto imitarli o seguirli e conformarcisi non volendo, come accade a tutti noi.
* Dei nostri poeti d’oggidí altri non sentono e non pensano, e cosí scrivono; altri sentono e pensano, ma non sanno dire quello che vorrebbero, e mettendosi a scrivere, per mancanza di arte, si trovano subito vòti, e di tutto quello che avevano in mente non trovano piú nulla, e volendo pure scrivere si danno al fraseggiare e all’epitetare e se la passano in luoghi comuni e cosí chiudono la poesia, perché una cosa nuova da dire gli spaventa, non sapendo trovare l’espressione che le corrisponda; altri finalmente, sentendo e pensando e non sapendo dir quello che vogliono, tuttavia lo vogliono dire; e questi sono ridicoli per lo stento, l’affettazione, la durezza, l’oscurità e la fanciullaggine della maniera, quando anche