Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1231

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[p. 19 modifica] esempi del trecento. Il Du Cange non ha niente in proposito (27 giugno 1821).


*    Alla p. 1229. E infatti gran parte, e forse la maggiore, delle poesie straniere riescono e sono piuttosto trattati profondissimi di psicologia, d’ideologia ec. che poesia. E quivi la filosofia nuoce e distrugge la poesia, e la poesia guasta e pregiudica la filosofia. Tra questa e quella esiste una barriera insormontabile, una nemicizia giurata e mortale, che non si può né toglier di mezzo e riconciliare né dissimulare. E cosí dico proporzionatamente del resto della bella letteratura, propriamente e veramente considerata (27 giugno 1821).


*    Alla p. 1125, margine. Ossia le radici dei verbi [p. 20 modifica]ebraici chiamati perfetti, tutte composte di tre lettere né piú né meno, e di due sillabe, ed anche gl’imperfetti, fuorché i deficienti, come dicono, in ghaiin, quando per contrazione perdono la seconda radicale nella terza singolare del preterito di kal attivo (cioè della prima coniugazione attiva); e i quiescenti, detti in ghaiin vau, i quali, avendo pur tre lettere, hanno però una sola sillaba nella radice. Questo genere di radici dissillabe e trilettere, io credo che sia comune e regolare anche nell’arabo, nel siriaco e in altre lingue orientali (27 giugno 1821).


*    Alla p. 1226. Dovrebbe, dico, adottare fra queste voci tutte quelle che non hanno né possono avere nell’italiano un preciso equivalente, cioè preciso nella significazione e preciso nell’intelligenza e nell’effetto.