Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1220
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lettore o uditore non concepisce piú quell’idea precisa e netta che concepiva mediante la parola usitata, la qual era aiutata dalla convenzione, o sia dall’assuefazione di attribuirgli e d’intenderla in quel preciso significato. Converrebbe rinnovare a poco a poco l’assuefazione, applicandola a queste nuove parole, il che porterebbe necessariamente un lungo intervallo di oscurità e confusione nella intelligenza degli scrittori, finché la nuova nomenclatura non arrivasse a prendere nella mente nostra in tutto e per tutto il posto dell’usitata e a farvi, per cosí dire, quel letto che questa vi aveva già fatto.
Né questo sarebbe il solo danno o difficoltà, ma converrebbe che questa nuova nomenclatura diventasse universale, altrimenti, restringendosi a una sola nazione o lingua, ne seguirebbero i danni che ho specificati all’articolo 1o, e le nazioni non s’intenderebbero fra loro nelle idee che denno essere da per tutto egualmente precise e precisamente intese. E se una sola fosse la nazione che in qualunque scienza avesse una nomenclatura diversa dalle altre nazioni, quella nazione, in ordine a quella scienza, sarebbe come fuori del mondo e del secolo, tanto per l’effetto de’ suoi scrittori sugli stranieri, quanto (ch’é peggio) per l’effetto degli scrittori stranieri su di lei.