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[p. 230 modifica] nel giudicare degli stranieri, anzi ebbero per istituto di adottar sempre tutte quelle novità forestiere che giudicavano utili, quando anche per adottar queste bisognasse lasciare o correggere le loro proprie usanze.


*   Nelle repubbliche le cagioni degli avvenimenti appresso a poco erano manifeste, si pubblicavano le orazioni che aveano indotto il popolo o il consiglio a venire in quella tal deliberazione, le ambascerie si eseguivano in pubblico ec.; e poi dovendosi tutto fare colla moltitudine le parole e le azioni erano palesi, ed essendoci molti di egual potere, ciascuno era intento a scoprire i motivi e i fini dell’altro e tutto si divulgava: vedete per esempio le lettere di Cicerone, che contengono quasi tutta la storia di quei tempi. Ma ora che il potere è ridotto in pochissimi, si vedono gli avvenimenti e non si sanno i motivi, e il mondo è come quelle macchine che si muovono per molle occulte o [p. 231 modifica]quelle statue fatte comminare da persone nascostevi dentro. E il mondo umano è divenuto come il naturale, bisogna studiare gli avvenimenti come si studiano i fenomeni e immaginare le forze motrici andando tastoni come i fisici. Dal che si può vedere quanto sia scemata l’utilità della storia. (Vedi Montesquieu, l. c., ch. 13, fine. Vedi p. 709 capoverso 1).


*   La cagione principale di ciò che dice Montesquieu, ch. 14, p.55, è che il popolo, quantunque sia composto d’individui tutti animati da passioni basse, con tuttociò queste essendo particolari e infinite, non si può cattivare se non per le passioni generali, cioè con quelle cose che la