[p. 476 modifica] forma, e quindi non si accorderà col giudizio generale o solamente a caso. E se egli avrà avuta molta pratica di qualche altra specie di animali, come cani o cavalli ec., egli sarà molto meglio a portata di giudicare della bellezza di questi che di quella dell’uomo. E nel detto giudizio sarà meglio d’accordo col giudizio comune degli uomini. Dico degli uomini, e non già di quegli stessi animali, i quali, come gli uomini, ponendo maggiore attenzione alle forme de’ loro simili, ne giudicano molto diversamente e piú distintamente ed esattamente degli uomini, in proporzione però della facoltà de’ loro organi molto meno disposti o meno esercitati ad osservare, a paragonare, a riflettere, di quelli dell’uomo, e massime dell’uomo o del fanciullo incivilito piú o meno. Bensí è vero che quel tal uomo che abbiamo supposto si sentirà forse inclinato verso quel suo simile, piú di quello che fosse verso qualunque altra specie d’animali, con cui fosse addomesticato; e massimamente se quel suo simile è di diverso sesso. Ma questa è inclinazione materiale ed innata della natura sua, del tutto indipendente dall’idea del bello e dal giudizio delle forme; è inclinazione e πάθος, ossia passione e non idea. E questo tal uomo, vedendo molti suoi simili tutti in un tratto per la prima volta, non conoscerà fra loro, nelle loro forme e fisonomie ec., quasi alcuna differenza, come è già noto che accade, per esempio, all’europeo che vede per la prima volta degli etiopi o de’ lapponi. Tutti gli paiono appresso a poco della stessa forma e fisonomia e nessuno piú bello né piú brutto