Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1179
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componimenti, quantunque bellissimi, certo inferiori alla sua facoltà ed a quegli stessi degli altri tre sommi italiani, a niuno dei quali egli fu realmente minore. E lo stesso dico eziandio di qualunque altra facoltà e disciplina particolare (17 giugno 1821).
* Non è verisimile che la lingua chinese si sia conservata la stessa per sí lunga serie di secoli, a differenza di tutte le altre lingue. Eppure i suoi piú antichi scrittori s’intendono mediante le stesse regole appresso a poco che servono ad intendere i moderni. Ma la cagione è che la loro scrittura è indipendente quasi dalla lingua, come ho detto altrove; e, come pure ho detto, la lingua chinese potrebbe perire e la loro scrittura conservarsi e intendersi né piú né meno. Cosí dunque io non dubito che la loro antica lingua, malgrado l’immutabilità straordinaria di quel popolo, se non è perita, sia certo alterata. Il che non si può conoscere, mancando monumenti dell’antica lingua, benché restino monumenti dell’antica scrittura. La quale ha patito bensí anch’essa e va soffrendo le sue diversificazioni; ma i caratteri (indipendenti dalla lingua nel chinese) non essendo nelle mani e nell’uso del popolo (massime nella China,