Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1150
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e Sidonio (lib.V, ep. 13), ne tum quidem domum laboriosos redire permittens, cum tributum annuum datavere, usano il continuativo in luogo del positivo, perché hanno a significare non il semplice atto di dare, ma il costume di dare, che è cosa né semplice né frequente, ma continua.
Da sputus o sputum di spuere, sputare. Iamdudum sputo sanguinem, dice Plauto, cioè soglio sputar sangue, e non avrebbe potuto dire spuo. Vedi in tal proposito Virgilio, Georgiche, I, 336,receptet. Ricettare e raccettare in italiano non è azione venti volte piú continua o durevole ec. di ricevere? Vedi anche resultat, Georgiche, IV, 50; ed osserva il risultare italiano, francese e spagnuolo. Puoi vedere p. 2349.
Da ostentus di ostendere, participio, a quel che pare, piú antico di ostensus, ebbero i latini il continuativo ostentare.
Altera manu fert lapidem, panem ostentat altera, disse Plauto (Aulularia, II, 2, vers. 18), e non avrebbe potuto dir propriamente ostendit, volendo significar uno che quasi ti mette quel pane sotto gli occhi, perché tu non solamente lo veda ma lo guardi. E Cicerone metaforicamente (Agrar., II, c. 28): Agrum Campanum quem vobis ostentant, ipsi cuncupiverunt. Ponete ostendunt invece di ostentant e vedrete come l’azione diventa piú breve e la sentenza snervata e inopportuna. Lo stesso dico delle altre metafore di ostentare per iactare gloriari, venditare e simili, tutti significati continuati (8-9 giugno 1821). Vedi p. 2355, principio.
* Alla p. 1166. Quello che dico de’ verbi in tare si deve anche estendere ad altri verbi terminati in altro modo, massimamente in sare, per anomalia de’ participii o supini da cui derivano; come pulsare (che anticamente, e soprattutto, come nota Quintiliano, presso i comici, si scrisse anche pultare)