Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1085
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a chi non la vede o sente da se, e che nel giudicare della bellezza differiscono, non solo i tempi da’ tempi e le nazioni dalle nazioni, ma gli stessi contemporanei e concittadini, gli stessi compagni differiscono sovente da’ compagni, giudicando bello quello che a’ compagni par brutto, e viceversa. E convenendo tutti che non si può convincere alcuno in materia di bellezza, vengono insomma a convenire che nessuno de’ due che discordano nell’opinione può pretendere di aver piú ragione dell’altro, quando anche dall’una parte stieno cento o mille e dall’altra un solo. Tutto ciò avviene sí nelle cose che cadono sotto i sensi, e queste o naturali o, massimamente, artificiali, sí nella letteratura ec. ec. Vedi a questo proposito il P. Cesari, Discorso ai lettori, premesso al libro De ratione regendae provinciae, Epistola M. T. Cic. ad Q. Fratrem, cum adnott. et italica interpretat. Jacobi Facciolati; accedit nuper eiusdem interpretatio A. C. Verona, Ramanzini. Ovvero lo Spettatore di Milano, quaderno 75, p. 177, dove è riportato il passo di detto discorso che fa al mio proposito (25 maggio 1821).
* Parecchi filosofi hanno acquistato l’abito