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(1084-1085) pensieri 393

voluzione di Spagna, lib. IX. Ma il Mariana mi par citato a questo proposito dalla march. Lambert, Réflexions nouvelles sur les femmes). E cosí di tante altre opinioni e pregiudizi sociali, ma nobili, dolci e felici ec. che ora non si ardisce di porre in ridicolo, com’era moda in quei tempi; un certo maggiore rispetto alla religione de’ nostri avi ec. ec. Cose tutte che dimostrano un certo ravvicinamento del mondo alla natura ed alle opinioni e sentimenti naturali, ed alcuni passi fatti indietro, sebbene languidamente, e per miseri e non vitali, anzi mortiferi principii, cioè il progresso della ragione, della filosofia, de’ lumi (24 maggio 1821).


*    Una delle prove evidenti e giornaliere che il bello non sia assoluto ma relativo, è l’essere da tutti riconosciuto che la bellezza non si può dimostrare  (1085) a chi non la vede o sente da se, e che nel giudicare della bellezza differiscono, non solo i tempi da’ tempi e le nazioni dalle nazioni, ma gli stessi contemporanei e concittadini, gli stessi compagni differiscono sovente da’ compagni, giudicando bello quello che a’ compagni par brutto, e viceversa. E convenendo tutti che non si può convincere alcuno in materia di bellezza, vengono insomma a convenire che nessuno de’ due che discordano nell’opinione può pretendere di aver piú ragione dell’altro, quando anche dall’una parte stieno cento o mille e dall’altra un solo. Tutto ciò avviene sí nelle cose che cadono sotto i sensi, e queste o naturali o, massimamente, artificiali, sí nella letteratura ec. ec. Vedi a questo proposito il P. Cesari, Discorso ai lettori, premesso al libro De ratione regendae provinciae, Epistola M. T. Cic. ad Q. Fratrem, cum adnott. et italica interpretat. Jacobi Facciolati; accedit nuper eiusdem interpretatio A. C. Verona, Ramanzini. Ovvero lo Spettatore di Milano, quaderno 75, p. 177, dove è riportato il passo