Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1079

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[p. 388 modifica] facilmente da cambiar sede, le nazioni vinte non solo perdevano libertà, proprietà ec., ma anche quel suolo che calpestavano. E se non erano portate schiave, o tutte intere o quella parte che avanzava alla guerra alla strage susseguente e alla schiavitú se n’andava in esilio. E ciò tanto per volontà loro, non sopportando [p. 389 modifica]in nessun modo di obbedire al vincitore, e volendo piuttosto mancar di tutto e rinunziare ad ogni menoma proprietà passata, che dipendere dallo straniero; parte per forza, giacché il vincitore occupava le terre e i paesi vinti non solo col governo e colle leggi, non solo colla proprietà o de’ campi o de’ tributi ec., ma interamente e pienamente col venirci ad abitare, colle colonie ec., col mutare insomma nome e natura al paese conquistato, spiantandone affatto la nazione vinta e trapiantandovi parte della vincitrice. Cosí accadde alla Frigia, ad Enea ec.; o, se non vogliamo credere quello che se ne racconta, questo però dimostra qual fosse il costume di que’ tempi (23 maggio 1821).


*    Alla p. 366. In una macchina vastissima e composta d’infinite parti, per quanto sia bene e studiosamente fabbricata e congegnata, non possono non accadere dei disordini, massime in lungo spazio di tempo; disordini