Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1057

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[p. 372 modifica] alla letteratura per perfezionarla ed interamente formarla. Bisogna ancora che sia applicata ad una letteratura perfetta, e perfetta non in questo o quel genere, ma in tutti. Altrimenti ripeto che il secolo principale della lingua latina non sarà quello di Cicerone, ma di Plauto o di Terenzio, come secolo piú antico e primitivo e meno influito da commercio straniero.

Ora lascerò stare che in quelle medesime parti di letteratura che piú soprastanno e piú furono coltivate in Italia, in quelle medesime dove noi primeggiamo su tutti i forestieri, la nostra letteratura è ben lungi ancora dalla perfezione e raffinatezza della greca e latina, che in queste tali parti sono e furon prese effettivamente a modelli da’ nostri scrittori; e per conseguenza, propriamente parlando, sono ancora imperfette. Ma la nostra eloquenza, e piú la nostra filosofia (e nella filosofia trovava povera la [p. 373 modifica]lingua latina Lucrezio) non sono solamente imperfette, ma neppure incominciate. Quanti altri generi di letteratura, prendendo questa parola nel piú largo senso, e di poesia come di prosa o ci mancano affatto o sono in culla o sono difettosissimi! Lasciando gl’infiniti altri, la lirica italiana, quella parte in cui l’Italia, a parere del Verri (prefazione al Senofonte del Giacomelli),