Parmi, caro Pizzardo
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II
Lodasi la Vendemmia.
Parmi, caro Pizzardo,
L’Autunno a venir tardo,
Con tal desio l’aspetto;
E tanta smania in petto
5Ho di tôrre alle viti
Gli acini coloriti:
Venturose giornate
A ragion desïate;
Veder chiome canute,
10E fresca gioventute
Gir per la Vigna intorno,
E come s’alza il giorno
I coltelli arrotare,
E i grappoli tagliare.
15Alcuno è, che racconcia
La pulita bigoncia;
Chi buon graticci appresta;
Altri riponsi in testa
Gran corba, e gran paniere
20Pien d’uve bianche e nere;
Chi pigia, e cresce il vino
Al ben cerchiato tino.
Le vaghe forosette
Succinte in gonnellette
25Fanno schiamazzo intanto,
E sollevano il canto
Gloria della vendemmia.
Gravissima bestemmia
Prenda l’uom, che fa l’arte
30Di ministrare a Marte
Micidïale acciajo;
Sia felice il Bottajo:
Ei sol fabbrica in terra
L’arche, dove si serra
35Di Bacco il bel tesoro,
Bello vie più che l’oro.