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e l’occasione del recitare gli squarci omerici, il nume protettor del paese, la solennità ec. Vedi le mie osservazioni sui tre generi di poesia, lirico, epico, drammatico; le quali riceveranno luce altresí dalle presenti. Vedi p. 4460.

E infatti il poema epico è contro la natura della poesia. 1o, domanda un piano concepito e ordinato con tutta freddezza; 2o, che può aver a fare colla poesia un lavoro che domanda piú e piú anni d’esecuzione? la poesia sta essenzialmente in un impeto. È anche contro natura assolutamente. Impossibile che l’immaginazione, la vena, gli spiriti poetici, durino, bastino, non vengano meno in sí lungo lavoro sopra un medesimo argomento. Vedi p. 4372. È famosa, non meno che manifesta, la stanchezza e lo sforzo di Virgilio negli ultimi sei libri dell’Eneide scritti veramente per proposito, e non per impulso dell’animo, né con voglia. Vedi p. 4460. - Il Furioso è una successione di argomenti diversi, e quasi di diverse poesie; non è fatto sopra un piano concepito e coordinato in principio; il poeta si sentiva libero di terminare quando voleva; continuava di spontanea volontà, e con una elezione, impulso, ὁρμὴ primitiva ad ogni canto; e certo in principio non ebbe punto d’intenzione a quella lunghezza. — I lavori di poesia vogliono per natura esser corti. E tali furono e sono tutte le poesie primitive (cioè le piú poetiche e vere), di qualunque genere,  (4357) presso tutti i popoli.

Si obbietterà la drammatica. Direi che la drammatica spetta alla poesia meno ancora che l’epica. Essa è cosa prosaica: i versi vi sono di forma, non di essenza, né le danno natura poetica. Il poeta è spinto a poetare dall’intimo sentimento suo proprio, non dagli altrui. Il fingere di avere una passione, un carattere ch’ei non ha (cosa necessaria al drammatico) è cosa alienissima dal poeta; non meno che l’osservazione esatta e paziente de’ caratteri e passioni altrui.