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70 pensieri (3623-3624-3625)

tre le lingue antica e propria  (3624) e natia ec., parmi evidente che vermiculus per rubicondo, purpureo ec. fu dell’antico volgare latino altrettanto che de’ moderni, e di là viene. Vedi il glossario se ha nulla. Vedi anche il Forcellini circa il proprio color della porpora o purpureo, in purpura, purpureus ec. Secondo lui però la porpora si faceva non con vermi, ma con una sorta di conca marina detta purpura. Il color coccineus si facea colla grana. Il conchyliatus colla stessa conchiglia detta purpura, o con altra simile ec. Certo la nostra cocciniglia è un color fatto d’una specie di vermi, che anch’essi si chiamano cocciniglie. Cosí conchylium è la conchiglia e il colore che se ne fa. Cosí dunque vermiculus fu il verme e il colore. Similmente coccum, conchylium, κογχύλιον, sono sí la grana o la conchiglia, sí la lana, il panno, la veste, il filo, tinti con esse. Fucus si trova eziandio pel colore fatto del fuco (7 ottobre 1823). Vedi p. 3632.


*    Purgito as da purgo as (7 ottobre 1823).


*    Il v non fu che un’aspirazione che si metteva, per evitare l’iato, fra piú vocali; e tralasciavasi spessissimo ec. ec., come altrove in piú luoghi.  (3625) Vedi il Forcellini in Fuam (7 ottobre 1823).


*    Alla p. 2821, fine. Notisi il significato continuativo di confuto nell’esempio di Titinnio appo il Forcellini, dove questo verbo sta nel senso proprio, e questo si è quello di confundo, ma continuato, come excepto in un luogo di Virgilio, da me altrove esaminato, per excipio. Notisi ancora che nell’improprio suo ma piú comune significato, confuto è vero continuativo di confundo. Anche noi diciamo (e cosí i francesi ec.) confondere uno colle ragioni, confondere le ragioni di uno, confondere l’avversario ec., e ciò vale confutare, ma questo esprime azione e quello è quasi un