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(3585-3586) | pensieri | 45 |
sero potuto considerare queste opinioni, e se avessero bene osservato che i continuativi e i frequentativi in ito si formano da’ participii o supini, i critici non si sarebbero maravigliati dei suddetti due verbi, né gli avrebbero tentati con diverse lezioni, e fors’anche scacciati assolutamente da’ testi ov’essi si trovano (de’ quali bisogna vedere l’ultime edizioni) (3 ottobre 1823). Vedi p. 3845.
* Alla p. 2821. Che tutto ciò sia vero, e della derivazione di confutare ec. da fundo, e del participio futus per fusus ec. osservisi il nostro rifiutare, ossia il latino refutare (che significa sovente lo stesso), dirsi nel francese refuser e nello spagnuolo refusar o rehusar, come da refusus o da fusus, noti participii di fundo o refundo. Eppur tanto sono i verbi francese e spagnuolo quanto l’italiano e il latino. I francesi hanno anche réfuter (3586) in altro senso (ch’è il proprio di refuto e il piú frequente) ma questo è certamente molto meno volgare e piú moderno (benché non moderno) di refuser, e non conservato ma ricuperato per mezzo degli scrittori ec., non del popolo, e non continuamente pervenuto dalla lingua latina nella francese.
A qual proposito, parlando delle lingue moderne figlie, rispetto alla lingua madre, e volendo argomentare da questa a quelle, o viceversa, o tra loro ec. in materia di antichità ec., bisogna nelle lingue moderne molto accuratamente distinguere tra voci e frasi latine conservate, e voci e frasi ricuperate, per mezzo della letteratura, filosofia, politica, giurisprudenza, diplomatica ec. ec. che sono infinite, e possono anche essere molto antiche; ma da queste alle latine sarà sempre o nulla o debolissimo l’argomento, per chi pretenda investigarvi le antichità della lingua ec. Al contrario, nelle voci e frasi conservate, cioè trasmesse per continua e perpetua successione dell’antico e ta-