Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
(3868-3869) | pensieri | 249 |
tra, ch’io però, generalmente almeno, non credo.1 E certo quest’anomalia non è in pochi della prima, e nella piú parte di questi non si trova vestigio alcuno di terza coniugazione se non nel perfetto ec. e supino. E la desinenza in ui trovasi veramente in molti verbi della terza (3869) (pag. 3707), ma ella è anche in essi anomala e bisognosa essa stessa che se ne renda ragione e se ne assegni l’origine. E chi sa che anzi, per lo contrario, tali verbi della terza non abbiano ricevuto tali perfetti dalla prima o dalla seconda, cioè si coniugasse una volta, per esempio, coleo es, invece o non meno che colo is, e di quello sia il perfetto colui: in luogo di dire che sonui sia di sono is, crepui e crepitum di crepo is ec. Il qual crepo is dev’essere stato supposto da quel grammatico del Forcellini per non essersi ricordato di tanti altri verbi della prima che fanno in ui itum, come crepo as (12 novembre 1823). Lacesso is, ivi ed ii, itum, ěre. Senza dubbi il perfetto e supino di lacessere non è suo, ma in origine è di un lacessio della quarta. Infatti si ha lacessiri. Vedi Forcellini in lacesso principio. Cosí dite di peto is, ivi ed ii, itum, e s’altri simili ve n’ha.2 Vedi p. 3871.
* Al detto altrove di tosare, tonsito ec. aggiungi detonso as da detondeo (12 novembre 1823).
* Alla p. 3710. I verbi incoativi si formano da’ supini regolari e primitivi, usitati o inusitati, de’ verbi positivi noti o ignoti, cioè da’ supini in atum della prima, etum della seconda, ǐtum della terza, ed itum della quarta; mutato il tum in sco. Quindi dalla prima gl’incoativi fanno in asco, dalla seconda in esco, dalla terza e quarta in isco. Queste sono desinenze ca-