Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
124 | pensieri | (3709-3710-3711) |
di revivo a mostrar tutto questo nel nostro caso, bastando che vi fosse, e fosse noto, il verbo vivo, da cui a dirittura, senza revivo, o da vivesco (che vien da vivo) per composizione, poteva ben esser fatto il verbo revivisco, e forse e’ lo è in effetto.
Del resto, sí revivisco, sí l’analogia (perché l’e nella desinenza de’ verbi in sco non ha luogo s’e’ non son fatti (3710) da verbi in eo;1) e, per esempio, da meno is ch’è della coniugione di vivo is, si fa reminisco, come a p. 3691, e non reminesco); da tremo is, tremisco e composti; ingemisco ec.; vedi al proposito Forcellini in tremisco ec.; mi persuadono che vada detto vivisco anzi che vivesco: e vedi Forcellini in vivesco, fine; e il glossario in vivescere (16 ottobre 1823). Vedi p. 3828, 3869.
* Viviturus regolare, per victurus del buon latino, dimostrante il vero supino vivitum (vivuto), secondo le nostre teorie (vedi, fra l’altre, p. 3709, fine), vedilo in una carta del secolo del mille nel glossario cang. (16 ottobre 1823).
* Alla p. 3694. Conferma la nostra congettura sull’origine del verbo bito o beto, il latino-barbaro rebitare, dove si vede appunto la coniugazione propria de’ continuativi, ond’egli sarebbe piú regolare dell’antico bitere ec., e può servire a mostrare che questo (ond’esso pur viene, o a cui è affine) sia altresí un continuativo, come certo lo è rebitare ec. ec. Vedi il glossario cang. in revidare, rettificandolo secondo la nostra teoria e osservazioni ec. e con queste confermando la lezione di rebitare (da cui revidare non varia che per pronunzia, propria degli spagnuoli ec., sicché ben può stare nel latino-barbaro), e dilucidando i dubbi ec. E chi sa che bitere o betere ec. (3711) non sia veramente
- ↑ Fors’anche da quei della prima, come, per esempio, se consanesco fosse fatto da consano as neutro (vedi Forcellini in consano), nel qual caso anche sanesco sarebbe fatto da un sano neutro.