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122 pensieri (3706-3707-3708)

linguaggio illustre, o di esso principalmente, e nulla o poco le adottò il plebeo, perocch’esso conservò le primitive ai, ei, ii, come lo dimostra l’italiano (e anche il francese  (3707) aimai, onde lo spagnuolo amè, come ho detto nella mia teoria de’ continuativi). Tornando a proposito, la desinenza in vi, fuori de’ detti casi, anomalie ec., non è propria punto, anzi impropria de’ perfetti della terza, se non per puro accidente, come in solvi, volvi, e simili. Ne’ quali casi il v non è di tal desinenza, né del perfetto, né dell’inflessione ordinaria de’ verbi della terza nel perfetto ec., ma del tema (solvo, volvo), ed è lettera radicale di tutto il verbo ec. Trovansi però molti verbi della terza che (per anomalia) fanno il perfetto in ui (come il piú di quelli della seconda): e questi sono in molto maggior numero che quelli della terza che facciano il perfetto in vi (siccome anche nella seconda oggi son piú quelli in ui che quelli in vi). Per esempio, l’altro sero (diverso dal sopraddetto a p. 3705) che ha il supino sertum, nel perfetto fa serui, e cosí i suoi composti. Cosí colo is ui. Ed altri molti. Ma questa desinenza è pure affatto impropria della terza e vi è sempre anomala, come quella in vi o in evi ec., che originalmente son tutt’una con quella in ui.

Del resto, dalle soprascritte osservazioni si potrebbe conchiudere che i veri e regolari e primitivi supini delle quattro coniugazioni son questi: 1,a ātum, 2,a ētum, 3,a ĭtum,1) 4,a ītum.  (3708) E i perfetti (con lor dipendenze): 1,a avi (anticamente ai), 2,a evi (anticamente ei, piú modernamente ui), 3,a i preceduto dalla ultima radicale del tema, 4,a ii (antica ma conservata) ed ivi (posteriore) (16 ottobre 1823).


*    Alla p. 3698. Per esempio, solutum, volutum, non sono che o modi di pronunziare o scrivere o di pro-

  1. Puoi vedere il pensiero seguente e p. 3710, capoverso 1 ec. ec.