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212 pensieri (3826-3827-3828)

regolare, contratto in mantum. Ovvero mantum sta per mansum mutato l’s in t. Vedi ciò che altrove s’é detto in piú luoghi circa tal mutazione ne’ supini e participii, a proposito di vectum e vexum di veho, onde  (3827) vectare e vexare, e ad altri propositi; e quello si riferisca a manto, e manto a quel che ivi si è detto. Mansum anomalo è dall’anomalo mansi per manui, secondo il detto altrove della formazione de’ supini da preteriti perfetti, al che si aggiunga anche questo esempio. Da mansum è mansitare fratello di mantare, come vexare di vectare ec, (4 novembre 1823).


*    * Alla p. 3704, fine. E qualcosa similmente è più aliena dalla terza coniugazione, e piú propria e caratteristica della prima, che la desinenza in āvi nel perfetto e in ātum nel supino? (sero is anomalo ha satum, anomalo come il perfetto sevi; ma oltre che questo supino è anomalo, ei non è in ātum ma in ătum). Or eccovi nascor della terza fa natus participio e sostantivo e nātus sum, e nātum, e nātu ec. E tutti i verbi in asco e ascor, o non hanno perfetto né supino, o se n’hanno o che se gli attribuiscano, e’ sono in āvi e in ātum. Qual più chiaro segno che questi non sono proprii loro, ma d’altro verbo, e questo della prima? Veterasco is ha, o se gli attribuisce, veteravi. Pare però che lo stesso Forcellini che glielo attribuisce, abbia veduto ch’e’ non può esser proprio suo, ma di un vetero as, il quale ei segna senz’alcun esempio, rimettendo a veterasco, dove di vetero non è parola; solo vi sono esempi di veteravi frammisti a quelli di veterasco (trovasi anche veteratus. Vedi Forcellini in questa voce). Infatti abbiamo inveterasco is fatto evidentemente da invetero as avi atum, il quale ancora sussiste (tutto intiero), e cosí inveteratus (che il Forcellini attribuisce giustamente ad invetero, sí come anche il perfetto inveteravi e il supino inveteratum, segnando  (3828) inveterascere senza