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116 pensieri (3698-3699)

come dunque obsolesco? si potrà negare che questo venga da obsoleo? oltre che ciò è piú ch’evidente per se, e per tanti altri esempi analoghi, nol mostra l’esempio, affatto compagno, di exolesco da exoleo? Finalmente che la prima s di obsolesco e di obsoleo spetti alla preposizione ob, vedi la p. 2996, e le quivi richiamate.


     Del resto, chi volesse dire che il proprio preterito perfetto di oleo, adoleo e simili fosse e dovesse essere olui, adolui ec., onde adolevi, inolevi ec. non sieno propri di adoleo, inoleo (ignoto), ma di adolesco veramente e di inolesco ec., osservi che anche l’altro oleo ne’ composti fa olevi per olui (Forcellini in oleo1)); e che queste desinenze evi ed ui sono in verità una sola, cioè varie solamente di pronunzia, perché gli antichi latini massimamente, e poi anche i non antichi, o meno antichi, ed anche i moderni ec., confondevano spessissimo l’u e il v2) (che già non ebbero se non un solo e comune carattere): sicché olevi è lo stesso che olui, interposta la e per dolcezza, ovvero olui è lo stesso che olevi, omessa la e per proprietà di pronunzia. Giacché il v di questo e l’u di quello non furono mai considerate  (3699) da’ latini se non come una stessa lettera. Cosí nell’ebraico, cosí nelle lingue moderne, sino agli ultimi tempi, e dura ancora ne’ dizionari delle nostre lingue (come ne’ latini) il costume di ordinar le parole come se l’u e il v nell’alfabeto fossero una lettera stessa ec. ec. ec. Dunque non saprei dire, né credo che si possa dire, se il vero e regolare e primitivo perfetto della seconda coniugazione abbia la desinenza in evi o in ui, se sia docui o docevi: e piuttosto si dee dire che, se non ambo primitive, ambo queste desinenze son regolari, anzi che sono ambo una stessa. Io per me credo che la piú antica sia quella in evi, anti-

  1. neo-nevi, fleo-flevi ec. ec.
  2. Vedi p. 3708.