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(2903-2904) | pensieri | 67 |
esser tali sono minutamente lavorati, e quindi delicatissimi, e per la somma delicatezza piú facilmente degli altri si guastano e perdono l’essere e l’uso loro.
Ma ad essi si trovano forse artefici che possono ripararli, a noi, guasti e snaturati una volta, non si trova mano che ci riponga nel primo stato (né da noi medesimi siamo atti a farlo). Poiché né la natura ci ripiglia in mano per riformarci, come l’artefice il suo lavoro sconciato, né altra potenza v’ha che ci possa restaurare come un nuovo artefice il lavoro altrui (6 luglio 1823).
* Alla p. 2815, margine. Auspico e suspico, vedi p. 3686, da specio, sono come aedifico, vivifico, sacrifico, amplifico, gratifico, velifico, significo, vocifico (s’é vero), magnifico, mellifico, e tali altri non pochi, da facio, i quali hanno la forma e la coniugazione mutata dalla loro origine o per esser fatti da nomi, come, per esempio, aedificium, sacrificium, magnificus, amplificus1, ch’é di Frontone, vivificus ec., o per accidente e virtú della composizione, quando (2904) anche sieno fatti direttamente dal verbo originale facio. E notate che i composti di questo verbo, fatti con preposizione o particella, non hanno questa forma, ma solo quelli fatti con nomi ec. A ogni modo, siccome questi tali verbi, se ben li guardi, hanno per lo piú un significato continuativo2, giacché altro e meno è, per esempio, mel facere, altro e piúmellificare, si potrebbe forse credere che la loro inflessione in are mutata da quella della terza coniugazione non fosse a caso né senza ragione e che essi appartenessero alla categoria di verbi della quale al presente discorriamo, cioè di continuativi appartenenti alla prima coniugazione, ma non formati da’ participii, e diversi da quelli che ne