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(3176-3177-3178) pensieri 227

intera e di tutte le sue nazioni e lingue (15 agosto, Assunzione di Maria Vergine Santissima, 1823). Né la nimicizia degli europei verso i maomettani, e di questi verso quelli, si restringeva alle sole opinioni e discorsi, ma consisteva anche ne’ fatti,1 come apparisce dalle imprese de’ Cavalieri Ospitalieri di SanGiovanni di Gerusalemme  (3177) che in quel medesimo secolo, dopo duecento dodici anni di possedimento (1310) perdettero Rodi (1522) ed ebbero prima Viterbo dal Papa, e poi Malta (1530) da Carlo V, e con prodigioso valore la difesero (1566) quattro mesi con morte di 15 mila soldati barbari e ottomila marinai; dalle imprese di Carlo V contra i maomettani d’Europa e d’Affrica; da quelle de’ veneziani nel detto secolo; dalla famosa vittoria di Lepanto riportata dalle flotte spagnuola, veneziana e del Papa sopra i turchi dieci anni avanti (1571), che fosse pubblicata la Gerusalemme (1581), e certo in tempo che il Tasso la stava componendo e meditando, poiché fin dieci anni avanti (1561) egli n’aveva già scritto o abbozzato sei canti (vedi Tiraboschi, t. VII, parte 3, p. 118) (16 agosto 1823). Vedi p. 4236, e l’Orazione del Giacomini in lode del Tasso nelle Prose fiorentine, la qual finisce con un’esortazione alla guerra contro i turchi.


*    Alla p. 2834. Questa tal grazia definita di sopra è la grazia piú graziosa e piú fina, anzi quella che propriamente si chiama grazia, e che suol essere considerata dagli artisti, dagl’intendenti, dagli speculatori teorici o pratici del bello, quella che sogliamo intendere col nome di grazia, ed a cui principalmente appartiene l’indefinibilità e inconcepibilità  (3178) che alla grazia s’attribuisce. La grazia nascente da difetto (come quella di Roxolane appo il Marmontel),

  1. Vedi Tasso, Gerusalemme, XVII, 93-4, dove parla d’Alfonso II di Modena e confrontalo coi luoghi dello Speroni da me notati p. 3132, margine - principio. Vedi p. 4017.