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398 | pensieri | (1840-1841-1842) |
nella famosa ode o frammento di Saffo φαίνεται ec., all’amor di donna verso donna. Basta conoscere un sol tantino la letteratura greca da Anacreonte ai romanzieri, per non dubitar di questo, come alcuni hanno fatto. (epist. di Filostrato, Aristeneto ec.). E Virgilio, il piú circospetto non solo degli antichi poeti ma di tutti i poeti, e forse scrittori, certo il piú polito ed elegante di quanti mai scrissero, intendente gelosissimo e (1841) modello di finezza e d’ogni squisitezza di coltura in un tempo ec. ec., ridusse ed applicò all’infame pederastia il sentimento e ne fece il soggetto di una storietta sentimentale nel suo Niso ed Eurialo (4 ottobre 1821).
* Alla p. 1831. principio. Vedi il pensiero precedente, e nota che forse all’esuberanza di vita si può attribuire la grande universalità della pederastia nella Grecia e in Oriente, dove credo che questo vizio ancor domini, mentre fra noi bisogna convenire che questo è un vizio antinaturale, un’inclinazione che il solo eccesso di libidine snaturante i gusti e l’inclinazioni degli uomini può produrre. Cosí discorrete degli antichi, certo esuberanti di vita, rispetto ai moderni (4 ottobre 1821).
* Alla p. 1840. La ragione senza notizia del sistema del bello, delle illusioni, entusiasmo ec. e di ciò che spetta all’immaginazione e al cuore, è essa medesima un’illusione e un’artefice di mitologia, come lo sono le dette cose. Bensí di una bruttissima (1842) e acerbissima mitologia. La stessa essenziale inimicizia della ragione colla natura la pone in necessità di perfettamente conoscerla, il che non si può senza sentirla. Come può ella combattere un nemico che non conosca punto? Ora la natura in quanto natura è tutta quanta essenzialmente poetica. Da che natura e ragione sono nemiche per essenza, l’una dipende o