Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/295

282 pensieri (939-940)

proporzionatamente lontani dall’incivilimento. Vedi p. 942, capoverso 1. E finché il mondo non l’ebbe conservò proporzionatamente lo stato primitivo. Cosí pure in proporzione, dopo l’uso della scrittura dipinta e della geroglifica. L’incivilimento, ossia l’alterazione dell’uomo, fece grandi progressi dopo l’invenzione della scrittura per cifre, ma però sino a un certo segno, fino all’invenzione della stampa, ch’essendo la perfezione della tradizione, ha portato al colmo l’incivilimento. Invenzioni tutte difficilissime e soprattutto la scrittura per cifre; onde si vede quanto la natura fosse lontana dal supporle e quindi dal volere e ordinare i loro effetti.

E questo si può riferire a quello che ho detto  (940) in altri pensieri contro coloro che considerano l’incivilimento come perfezionamento e quindi sostengono la perfettibilità dell’uomo. Il quale incivilimento apparisce e dalla ragione e dal fatto che non si poteva conseguire e molto meno perfezionare senza l’invenzione della scrittura per cifre; invenzione astrusissma e mirabile a chi un momento la consideri, e della quale gli uomini hanno dovuto mancare, non già casualmente, ma necessariamente per lunghissima serie di secoli, com’è accaduto. Torno dunque a domandare se è verisimile che la natura, alla perfezione di un essere privilegiato fra tutti, abbia supposto e ordinato un tal mezzo ec. ec. Lo stesso dico del perfezionamento di una lingua, cosa anch’essa difficilissima e tardissima a conseguirsi, e intendo ora non quello che riguarda la bellezza, ma la semplice utilità di una lingua. Lo stesso altresí della stampa inventata quattro soli secoli fa non intieri ec. ec. Vedi p. 955, capoverso 1 e il mio pensiero circa la diversità degli alfabeti naturali.


     Altro è la perfettibilità della società, altro quella dell’uomo ec. ec. ec. (12-13 aprile 1821).