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(707-708-709) | pensieri | 143 |
sorgente aperta e necessaria a tutti i secoli (28 febbraio 1821).
* Perché infatti il secol d’oro di una lingua e di qualunque altra disciplina non è quello che la prepara, ma quello che l’adopra, la compone de’ materiali già pronti e la forma; giacché realmente quel secolo che formò e determinò la lingua italiana fu piú veramente il cinquecento che il trecento, lasciando stare che i primi precetti della lingua nostra furono dati, s’io non erro, in quel secolo dal Bembo. Ma il cinquecento (708) formò e determinò la lingua italiana in maniera ch’ella, guadagnando nella coltura e nell’ordine, non perdé nulla affatto nella naturalezza, nella copia, nella varietà, nella forza e neanche nella libertà (quanta è compatibile colla chiarezza e bellezza e colla necessità di essere intesi e quindi convenientemente ordinati nel favellare): insomma, e soprattutto, non mutò in verun conto l’indole e natura sua primitiva, come la cambiò interamente la francese, nella formazione e determinazione fattane dall’Accademia e dal secolo di Luigi XIV (1 marzo 1821).
* Camillo Porzio, loc. cit., (p. 702) p. 80: In un tratto di ciascuno il sacco, il fuoco e la morte si temeva. Leggi da ciascuno (1 Marzo 1821).
* Alla p. 703. Che se rimesso in questo senso (di traditum, che in latino viene e metaforicamente e quasi anche propriamente a dire la stessa cosa) paresse strano, questo non avverrà se non a coloro che non conosceranno l’usanza (709) e lo stile di questo scrittore (2 marzo 1821).
* Alla p. 120. Aggiungete che nelle monarchie o reggimenti di un solo o di pochi (che reggimento di pochi si può veramente chiamare ogni monarchia, dove non è possibile che tutto effettivamente dipenda derivi e si regoli secondo la volontà di uno solo, massime quanto piú ella è grande) le cagioni degli av-