Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/153

140 pensieri (701-702-703)

(il quale però fu piuttosto filosofo che poeta), quanto ad alcune (e di rado nuove) immagini il Parini e il Monti (i quali sono piuttosto letterati di finissimo giudizio che poeti), l’Italia dal cinquecento in poi non solo non ha guadagnato in poesia, ma ha avuto solamente  (702) versi senza poesia. Anzi la vera poetica facoltà creatrice, sia quella del cuore o quella della immaginativa, si può dire che dal cinquecento in qua non si sia piú veduta in Italia, e che un uomo degno del nome di poeta (se non forse il Metastasio) non sia nato in Italia dopo il Tasso (27 febbraio 1821).


*    Camillo Porzio, La congiura de’ Baroni del Regno di Napoli contra il Re Ferdinando I; ediz. terza, cioè Lucca 1816, per Franc. Bertini, p. 23: E vedeva ciascuno che indugiava piú l’occasione che il lor animo ad offendersi, e che con ogni picciola scintilla di fuoco infra di loro si poteva eccitare grandissimo incendio. Che vuol dire, l’occasione indugiava ad offendersi? oltre che il lor animo era già offeso, e gravissimamente, come viene dal dire. Leggi ad accendersi, lezione confermata ancora dal séguito del surriferito passo.


*    Ivi, p. 24: Affermando il Re essergli stato rimesso da’ suoi predecessori (il tributo alla Chiesa)  (703) e che si doveva per il regno di Napoli e di Sicilia; ma che egli allora solo quello di Napoli possedeva. Rimesso potrebbe valer condonato, e predecessori riferirsi al Papa; potrebbe valer mandato e predecessori riferirsi al Re. Senso sempre oscurissimo. Io leggerei predecessori che e’ o ch’ e’. Vedi p. 708, capoverso 2.


*    Ivi, p. 37: Suavissima riputo e verissima la sentenza che c’insegna li costumi de’ soggetti andar sempre dietro all’usanze de’ dominatori. Leggi savissima (27 febbraio 1821).